Liutai napoletani del ´900

LIUTAI NAPOLETANI DI SPICCO DEL NOVECENTO:

 

1. VINCENZO POSTIGLIONE (1831-1916):

È da considerarsi il capostipite della scuola napoletana del Novecento. Si avvicina alla Postiglione copialiuteria molto giovane, quando diventa apprendista di Vincenzo Jorio, all’età di 16 anni.
Si è dedicato alla costruzione seguendo i modelli dei classici, come Stradivari, Guarneri e Gagliano, con grande maestrìa e una forte impronta personale. Oltre 500 strumenti
portano il suo nome, molto ricercati sia per la fattura, sia per le qualitá acustiche – per lo più ha costruito violini e violoncelli, ma anche viole, contrabbassi, viole d’amore.
Produzione qualitativa molto varia dallo strumento bellissimo d’autore fino a strumenti dalle casse semilavorate (per lo più provenienti dalla Cecoslovacchia) rifinite e verniciate.
Riportava spesso, sull’etichetta oppure all’interno della tavola armonica, “L’Occhio della Provvidenza”, simbolo massonico.

Lavorò ai Quartieri Spagnoli in Vico Tre Regine.

 

2. FRANCESCO VERZELLA (1840-1929?):

Fu allievo di Lorenzo Ventapane e, più avanti, il Maestro di Altavilla e Sannino.Verzella
La sua produzione comprende, oltre agli strumenti ad arco, tutti gli strumenti a corda possibili.
Vernice marrone-dorato oppure sull’arancione.
Ha costruito anche strumenti per l’ultimo componente della famiglia Gagliano, Vincenzo, firmati da quest’ultimo.

Lavorò in vari posti a Napoli, tra cui Vicoletto Donnaregina e Largo S. Antoniello a Costantinopoli. *

* Alcune fonti lo citano erroneamente come immigrato all’inizio secolo a Costantinopoli in Turchia, ma di fatto non lasciò mai la città: in realtà si trattava di Via Costantinopoli, una strada nel centro storico di Napoli, da sempre centro del Commercio di Strumenti e Corde e vicina al Conservatorio San Pietro a Majella.

 

3. CALACE, RAFFAELE (1863-1934) & GIUSEPPE (1899-1968):

RC è il più rinomato della famiglia Calace, soprattutto noto per i begli strumenti a plettro, ma anche per molti violini, costruiti su un modello Gagliano personalizzato, non “a copia” e facilmente riconoscibili.
Assieme a Tarantino, fece strumenti di fattura veloce e decisa, per coprire la fascia economica piú bassa del mercato (come gli studenti di conservatorio), ma spesso di grandi qualità acustiche.
Vernice di un bel color ambra o arancione, spesso con un poco di craquelè.
Era anche musicista virtuoso e stimato compositore di molte musiche, in particolare per mandolino.
Suo figlio Giuseppe ha continuato la tradizione costruendo strumenti personali con una vernice color rosso-marrone scuro.

I Calace hanno esercitato in molti posti, tra cui Via Egiziaca a Pizzofalcone e in P.zza dei Martiri.

 

4. GIOVANNI PISTUCCI (1864-1955):

Inizialmente GP era impiegato presso la banca, pare come esperto di casseforti.

La sua passione per la liuteria si manifesta a cavallo del secolo, con la frequentazione per un certo periodo della bottega di Postiglione, probabilmente su raccomandazione di Hamma di Stoccarda.
Liutaio di grandissima manualità, adorava la lavorazione del legno, ma verniciava i suoi strumenti con molto meno pazienza – dopo 1930 infatti spesso faceva fare le verniciature al collega-amico Bellarosa, magari in cambio di qualche riccio: i ricci di entrambi sono molto simili e spesso difficilmente distinguibili.
Di grande varietà la colorazione della vernice, per lo più di un bel marrone dorato, soprattutto per quanto riguarda le copie, spesso etichettate “Raffaele e Antonio Gagliano”.
I suoi strumenti costruiti a cavallo del secolo venivano affettuosamente denominati “I Peperoni di Pistucci” per la loro gamma di colori: a volte rosso-scuro, a volte giallo intenso e altre ancora di un marrone-verdastro.
Vastissima la produzione con oltre 1000 strumenti dal esito molto vario, ma sempre molto affascinanti e personali.

Ha avuto botteghe in Via S.Maria Ognibene e in Vico Figurella a Montecalvario.*

*Una piccola curiosità riguardo a quest’ultima bottega: un violino destinato alla Francia, porta un’etichetta recante:
“Giovanni Pistucci fait a Naples – Petite rue des Petites Figures au Mont Golgatha”.

 

5. ARMANDO ALTAVILLA (1876-1968):

Fu iniziato alla liuteria da Verzella.Altavilla
Ha costruito generalmente violini (e qualche violoncello), nello stile dei Gagliano, con una vernice marrone-dorata oppure sull’arancio; per lo più con etichetta a proprio nome, alternato a quelle dei Gagliano per le copie.
Grande la varietà di fattura: strumenti a volte splendidi con materiali scelti, altre piuttosto grezzi con legno di bassa qualità e dalla lavorazione visibilmente veloce.

Esercitò prima alla Pignasecca per trasferirsi poi in Via Mezzocannone, dove ha continuato a costruire violini fino alla fine dei suoi giorni.

 

6. GIUSEPPE TARANTINO (1878-1962):

Liutaio svelto e prolifico con una grande manualità per la lavorazione del legno. In particolare, sono molto ricercati i numerosi contrabbassi, come anche i violini.
Come per Calace prevaleva la produzione di strumenti fatti per la fascia economica inferiore, caratterizzati da una forte impronta e dalle ottime qualità acustiche.
Strumenti personali, quasi sempre con una scritta a penna all’interno della cassa armonica, sul tassello superiore oppure sulla tavola, figurante una croce con gli iniziali GMG: (Gesù, Maria e Giuseppe).
Era imparentato con un’altra famiglia di liutai napoletani importanti, i Loveri ed insegnò il mestiere al suo figlio Marino.

Esercitò in Via Sapienza.

 

7. VINCENZO SANNINO (1879-1969):

Senza dubbio uno dei più raffinati liutai napoletani del ´900.
Violinista in origine; poi le frequentazioni delle botteghe di Verzella e Altavilla, dove VSinizialmente faceva da interprete per Fridolin Hamma, nei suoi soggiorni napoletani alla ricerca di strumenti antichi.
Strumenti a proprio nome alternati con splendide copie “in stile” di maestri classici: Gagliano, Stradivari, Guadagnini, Guarneri, Pressenda ed altri, con la vernice abilmente invecchiata e antichizzata secondo lo stile del maestro copiato, ma sempre con una forte impronta personale.
VS era sposato con la sorella di Vincenzo D’Aria e quest’ultimo ha sicuramente dato un contributo nella costruzione di alcuni strumenti del cognato.

Vasta produzione con ± 700 violini, 50 viole e 75 violoncelli piú altri tipi di strumenti.

Verso gli anni ’40, si trasferisce Roma dove ebbe bottega in Via Margutta.

Visse gli ultimi anni della sua vita a Nettuno.

 

8. ALFREDO CONTINO (1890-1963):

Frequenta dall’età di 10 anni la bottega di Postiglione, del quale si proclama unico allievo (stampato sulle sue etichette all’interno degli strumenti).Contino
Dopo la morte del suo Maestro, Contino, all’età di 26 anni, prende in mano la bottega, finendo gli strumenti rimasti incompiuti.
Molto influenzato nello stile da Postiglione, ma non privo di un’impronta personale ispirata ai modelli classici.
Vernice per lo più di color rosso o marrone scuro, a volte con un eccessivo quantità di bicromato di potassio come sottofondo, che rende la vernice di colore verdastro.
Al suo attivo ± 400 strumenti, tra cui ± 300 violini, di produzione qualitativa molto varia: dallo strumento bellissimo d’autore fino al semilavorato rifinito.
Come per il suo Maestro, spesso i suoi gli strumenti hanno “L’Occhio della Provvidenza”, simbolo massonico, disegnato all’interno sulla tavola armonica.

Lavorò a Vicoletto S. Arpino a Chiaia.

 

9. VITTORIO BELLAROSA (1907-1978):

Figlio di Riccardo Bellarosa, commerciante e restauratore di strumenti a corde.Bellarosa
Comincia all’età di 15 anni un apprendistato da Vito Vitantonio a Rotello (Molise).
Nel 1925 si trasferisce a Mittenwald (Bavaria) per 6 mesi; dopodichè si perfeziona per ± 4 anni presso Rodolfo Fredi a Roma, per poi stabilirsi a Napoli alla fine degli anni ’20.
La sua vernice generalmente è ad alcool di color ambra, a volte di un color marrone-oro.
Dotato di grande manualità ed inventiva, ha fatto molte belle copie dei Gagliano, in particolare di Ferdinando e di Raffaele & Antonio.
Produzione molto grande (probabilmente piú di 1000 strumenti), ma qualitativamente molto varia: dallo strumento bellissimo d’autore fino al semilavorato rifinito.
Ha costruito praticamente solo violini e viole, ma al suo attivo apparentemente risultano anche 3 contrabbassi.
Negli anni ’50 usava marcare gli strumenti con 2 cavallucci marini vicino al bottone.

Ha iniziato l’attività a Napoli in Via Aniello Falcone, per traferirsi poi, prima nella bottega paterna in Via Michele Cammarano e infine in Via S. Sebastiano, nel centro storico.

 

10. ALTRI AUTORI :

 

– GIOVANNI TEDESCO (1861-1947)

Liutaio eclettico con una grande produzione di tutti i tipi di strumenti a corda.
Stilisticamente vicino ai Ventapane, per quanto riguarda i violini, con le sue etichette spesso “migliorate” in Gagliano o Ventapane.
Vernice color “bruno napoletano”, a volte molto scuro.
Probabilmente insegnò ad un giovane Sannino ai suoi primi passi da liutaio.

Operò a Vico Cappuccinelle.

 

– VINCENZO D’ARIA (1912-±1946):

Vd’A era cognato di Vincenzo Sannino, con il quale a volte ha collaborato, oltre a costruire strumenti per conto proprio.

Ha costruito principalmente violini (e qualche viola) dalla vernice color arancione o rosso-marrone.
Inoltre, era appassionato costruttore di strumenti in miniatura destinati per il presepe napoletano.

Esercitò al Tondo di Capodimonte.

 

– GIUSEPPE CAPPIELLO (1922-1992):

Liutaio autodidatta di grande fantasia e inventiva.
Ha costruito ± 100 strumenti, per lo più violini, dall’impronta molto personale e spesso con intarsi in ebano, madreperla e corno d’animale.
Vernice di un bel color ambra o bruno dorato, spesso con un poco di craquelè.
Un particolare curioso è il foro bordato d’oro sul retro della cassetta dei piroli, per facilitare il montaggio della corda LA.
Si è dedicato anche alla costruzione di archetti personalizzati con piccole e divertenti decorazioni ornamentali.

Lavorava a Piano di Sorrento, sulla penisola sorrentina.

 

– CARMINE D’AGUANNO (1932 – 2013):

Cd’A si diploma in violino nel 1958 presso il Conservatorio S. Pietro a Majella.
Si avvicina alla liuteria frequentando Pistucci, dopodiché, verso il 1960, diventa allievo prima di Altavilla e più in avanti di Bellarosa.D'Aguanno
Autore di più di 100 strumenti, tra cui la maggior parte di propria firma, ma anche molte copie “nello stile di” liutai napoletani quasi suoi contemporanei, come Pistucci, Contino e Sannino, oltre ai Classici napoletani.
La sua produzione comprende per lo più violini e viole, qualche raro violoncello e anche una viola d’amore.
La vernice varia dal color giallo-ambrato al rosso-bruno per gli strumenti a suo nome; per quanto riguarda le copie, la vernice richiama il colore dello specifico Maestro copiato.

Ebbe bottega dapprima in Via Costantinopoli, poi nel quartiere di  Materdei, in un primo momento a Vico Della Calce e infine a Via Caracciolo Carafa.

 

– GIOVANNI FICHERA (1939)

Allievo di Vittorio Bellarosa.
Bella liuteria nella tradizione napoletana, ispirata ai Gagliano e stilisticamente vicino al suo Maestro.
Costruisce per lo più violini e viole, dalla vernice sia ad olio sia ad alcool, di color giallo-ambra oppure arancione-rosso.

Vive e lavora tutt’oggi a Casoria.

 

– LAVORI IN CORSO –

– GIUSEPPE MALAPENA:

– ERNESTO DE ANGELIS (1943-2001):

– CIRO NUTI: